CARA VITA

31 Maggio 2021
Il ricordo di Lombo

Oggi sei stata veramente dura, hai giocato con le mie e le nostre emozioni e ci hai fatto tornare nuovamente coi piedi per terra dopo che abbiamo ambito le stelle. Oggi per tante persone doveva essere un giorno come tanti altri, un giorno di mare, un giorno di relax e riposo e invece a metà di questa giornata calda, soleggiata, a dir poco perfetta, un fulmine e il suo fragore hanno spaccato il cielo sereno, rendendolo cupo e triste: ci hai tolto per sempre la compagnia di due avversari, ragazzi, nuotatori ma soprattutto AMICI (Fabio Lombini e Gioele Rossetti).

Un fottuto errore umano, un imprevisto... L’uomo vuole volare sempre più in alto, ma avvicinandosi troppo al sole prima o poi il calore brucerà quelle ali di cera, ali fragili che fanno parte dell’essere umano, costringendolo a terra a causa della gravità. Proprio come Icaro, questo è stato il tuo lungo ma breve volo, Lombo.

La prima volta che ti ho conosciuto non è stato per caso o in uno strano posto: eravamo in piscina davanti al blocco, eravamo tesi, tutti potevano sentire l’aria pesante del momento, ma, nonostante ciò, il nostro sguardo si è incrociato e sembrava come se fossimo estranei a tutto ciò e simili nella nostra tranquillità.

Sono sempre stato uno che chiacchiera tanto, ma è in camera chiamata prima di una gara che do sempre il massimo: ho sempre rotto i coglioni a tutti con la mia voglia di sdrammatizzare la situazione, anche se gli altri contrariamente a me si stavano concentrando a modo loro con musica, silenzi o altro. Proprio per questo venivo sempre da te, a darti noia, a deconcentrarti, ma tu mi accoglievi sempre con una battuta e un sorriso da pesce lesso del tipo “ma sempre a me devi rompere le scatole”. Era in quel momento che capivo di averti in mano mia, che ti potevo tartassare e distrarre anche se amichevolmente e senza volere (forse anche tu lo sapevi che ero così e mi lasciavi fare).

Ho sempre notato un certo interesse nei miei confronti, un mix di amicizia, ammirazione o anche la sola voglia di condivisione: mi chiedevi sempre come stavo, che allenamenti strazianti facevo, se potevi venire qualche volta a Firenze ad allenarti con me (occasione che ho stupidamente perso per sempre) per condividere ciò che ci piaceva più fare, durare fatica; eri sempre il primo ad informarmi e chiedermi cosa ne pensavo delle prestazioni di altri atleti. Questo interesse mi rendeva felice nel mio piccolo e credo sia stato un sentimento reciproco. Abbiamo avuto modo di condividere però diversi collegiali ad Ostia, l’Europeo di Copenaghen e l’Universiade di Taipei, nelle quali occasioni spesso mi toccava stare con te in camera a sopportarti con i tuoi intrugli proteici, i tuoi libri sul mental coaching e lo yoga, mentre io volevo solo dormire tutto il tempo. Per poi parlare delle tue strane abitudini: per colazione uova, yogurt e cereali tutti mixati insieme (solo tu eri capace di mangiare quell’intruglio); la tua strana seggiolina portatile da pescatore che tutti pensavano fosse inutile ma nei momenti più difficili (esempio lunghe attese in aeroporto) risultava incredibilmente professionale e adatta a tali occasioni inaspettate. Chi si scorderà mai della tua poesia d’ “amore” a Linda Caponi durante l’Universiade a Taipei del 2017, non ho mai riso tanto. Forse non ti conoscevo abbastanza bene per riconoscere tutti gli aspetti della tua personalità, ma la semplicità, la cazzata sempre pronta, la genuinità e la professionalità nello sport erano le tue caratteristiche principali.

Tantissime persone hanno avuto esperienza di queste tue caratteristiche e chi le ha conosciute fin dalla tua nascita sicuramente ne conosceva cento, se non mille, in più.

Condividi queste tue caratteristiche a tutti coloro che incontrerai, non smettere di allenarti e di fare il fashion blogger (eri anche bravo e avevi un gran fisico dalla tua parte).

Non mi piace dire mi ricorderò sempre di te, mi sembra una frase fatta che nota un grande distanza. Siamo cresciuti per anni gareggiando insieme, il record italiano che sono riuscito a conquistare è stato anche grazie a te, alle pressioni che mi hai messo, alla competizione. Tutto ciò dimostra che la tua strada si è incrociata anche con la mia e nessuno potrà negare che una parte di te e della tua vita proseguirà nella mia. Ti porterò sulle spalle amico mio, ma non come un peso, come delle ali leggerissime che mi aiuteranno a puntare sempre più in alto, ad essere ambizioso e a godermi ogni momento in cui le potrò utilizzare. Ti giuro che nella prossima 4x200 SL ti porterò con me, cercheremo di volare insieme, proveremo a scalare il mondo come gruppo, come squadra tutti e cinque.

TE LO PROMETTO LOMBO,

GRAZIE per ciò che mi hai dimostrato e quello che mi hai insegnato, continua a supportaci, guardarci e sgridarci dall’alto. Ora sono “TINCO COME UN CAPRETTO” ma col tempo la tristezza e tutte queste emozioni negative che sto provando passeranno, lasciando spazio al ricordo dei bei tempi passati in leggerezza e compagnia. Questo non è un addio ma un arrivederci, dato che abbiamo ancora tante gare da condividere:

“Gli incontri, gli scontri,
Lo scambio di opinioni,
Persone che son fatte
Di nomi e di cognomi,
Venghino signori,
Che qui c'è il vino buono,
Le pagine del libro
E le melodie del suono,
Si vive di ricordi, signori, e di giochi,
Di abbracci sinceri, di baci e di fuochi,
Di tutti i momenti, tristi e divertenti,
E non di momenti tristemente divertenti”

Il tuo amico ed avversario

PIPPO MEGLI