Oggi sei stata veramente dura, hai giocato con le mie e le
nostre emozioni e ci hai fatto tornare nuovamente coi piedi per terra dopo che
abbiamo ambito le stelle. Oggi per tante persone doveva essere un giorno come
tanti altri, un giorno di mare, un giorno di relax e riposo e invece a metà di
questa giornata calda, soleggiata, a dir poco perfetta, un fulmine e il suo
fragore hanno spaccato il cielo sereno, rendendolo cupo e triste: ci hai tolto
per sempre la compagnia di due avversari, ragazzi, nuotatori ma soprattutto
AMICI (Fabio Lombini e Gioele Rossetti).
Un fottuto errore umano, un imprevisto... L’uomo vuole volare
sempre più in alto, ma avvicinandosi troppo al sole prima o poi il calore
brucerà quelle ali di cera, ali fragili che fanno parte dell’essere umano, costringendolo
a terra a causa della gravità. Proprio come Icaro, questo è stato il tuo lungo
ma breve volo, Lombo.
La prima volta che ti ho conosciuto non è stato per caso o
in uno strano posto: eravamo in piscina davanti al blocco, eravamo tesi, tutti
potevano sentire l’aria pesante del momento, ma, nonostante ciò, il nostro sguardo
si è incrociato e sembrava come se fossimo estranei a tutto ciò e simili nella
nostra tranquillità.
Sono sempre stato uno che chiacchiera tanto, ma è in camera
chiamata prima di una gara che do sempre il massimo: ho sempre rotto i coglioni
a tutti con la mia voglia di sdrammatizzare la situazione, anche se gli altri contrariamente
a me si stavano concentrando a modo loro con musica, silenzi o altro. Proprio
per questo venivo sempre da te, a darti noia, a deconcentrarti, ma tu mi
accoglievi sempre con una battuta e un sorriso da pesce lesso del tipo “ma
sempre a me devi rompere le scatole”. Era in quel momento che capivo di averti
in mano mia, che ti potevo tartassare e distrarre anche se amichevolmente e
senza volere (forse anche tu lo sapevi che ero così e mi lasciavi fare).
Ho sempre notato un certo interesse nei miei confronti, un
mix di amicizia, ammirazione o anche la sola voglia di condivisione: mi
chiedevi sempre come stavo, che allenamenti strazianti facevo, se potevi venire
qualche volta a Firenze ad allenarti con me (occasione che ho stupidamente
perso per sempre) per condividere ciò che ci piaceva più fare, durare fatica;
eri sempre il primo ad informarmi e chiedermi cosa ne pensavo delle prestazioni
di altri atleti. Questo interesse mi rendeva felice nel mio piccolo e credo sia
stato un sentimento reciproco. Abbiamo avuto modo di condividere però diversi
collegiali ad Ostia, l’Europeo di Copenaghen e l’Universiade di Taipei, nelle
quali occasioni spesso mi toccava stare con te in camera a sopportarti con i
tuoi intrugli proteici, i tuoi libri sul mental coaching e lo yoga, mentre io
volevo solo dormire tutto il tempo. Per poi parlare delle tue strane abitudini:
per colazione uova, yogurt e cereali tutti mixati insieme (solo tu eri capace
di mangiare quell’intruglio); la tua strana seggiolina portatile da pescatore
che tutti pensavano fosse inutile ma nei momenti più difficili (esempio lunghe
attese in aeroporto) risultava incredibilmente professionale e adatta a tali
occasioni inaspettate. Chi si scorderà mai della tua poesia d’ “amore” a Linda
Caponi durante l’Universiade a Taipei del 2017, non ho mai riso tanto. Forse
non ti conoscevo abbastanza bene per riconoscere tutti gli aspetti della tua
personalità, ma la semplicità, la cazzata sempre pronta, la genuinità e la
professionalità nello sport erano le tue caratteristiche principali.
Tantissime persone hanno avuto esperienza di queste tue
caratteristiche e chi le ha conosciute fin dalla tua nascita sicuramente ne
conosceva cento, se non mille, in più.
Condividi queste tue caratteristiche a tutti coloro che
incontrerai, non smettere di allenarti e di fare il fashion blogger (eri anche
bravo e avevi un gran fisico dalla tua parte).
Non mi piace dire mi ricorderò sempre di te, mi sembra una
frase fatta che nota un grande distanza. Siamo cresciuti per anni gareggiando
insieme, il record italiano che sono riuscito a conquistare è stato anche
grazie a te, alle pressioni che mi hai messo, alla competizione. Tutto ciò
dimostra che la tua strada si è incrociata anche con la mia e nessuno potrà
negare che una parte di te e della tua vita proseguirà nella mia. Ti porterò
sulle spalle amico mio, ma non come un peso, come delle ali leggerissime che mi
aiuteranno a puntare sempre più in alto, ad essere ambizioso e a godermi ogni
momento in cui le potrò utilizzare. Ti giuro che nella prossima 4x200 SL ti
porterò con me, cercheremo di volare insieme, proveremo a scalare il mondo come
gruppo, come squadra tutti e cinque.
TE LO PROMETTO LOMBO,
GRAZIE per ciò che mi hai dimostrato e quello che mi hai
insegnato, continua a supportaci, guardarci e sgridarci dall’alto. Ora sono
“TINCO COME UN CAPRETTO” ma col tempo la tristezza e tutte queste emozioni
negative che sto provando passeranno, lasciando spazio al ricordo dei bei tempi
passati in leggerezza e compagnia. Questo non è un addio ma un arrivederci,
dato che abbiamo ancora tante gare da condividere:
“Gli incontri,
gli scontri,
Lo scambio di opinioni,
Persone che son fatte
Di nomi e di cognomi,
Venghino signori,
Che qui c'è il vino buono,
Le pagine del libro
E le melodie del suono,
Si vive di ricordi, signori, e di
giochi,
Di abbracci sinceri, di baci e di
fuochi,
Di tutti i momenti, tristi e
divertenti,
E non di momenti tristemente
divertenti”
Il tuo
amico ed avversario
PIPPO
MEGLI